Reflessologia Plantare

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Per reflessologia si intende la stimolazione, tramite un particolare massaggio o, per meglio dire, tocco, dei punti riflessi. Per zona riflessa si intende un punto della superficie corporea su cui, secondo le teorie dei reflessologi, si proietterebbe un determinato organo collocato anatomicamente, lontano da tale punto. Agendo su questi punti si avrebbe possibilità di condizionare positivamente l’organo corrispondente; per questo motivo la reflessologia rientra nel settore delle medicine complementari ed è considerata una tecnica olistica di guarigione.

Le teorie reflessologiche non hanno riscontro nelle conoscenze dell'anatomia e della fisiologia moderna e non si hanno finora conferme sperimentali attendibili condotte secondo il metodo scientifico.

Le aree più comunemente usate in questa terapia sono i piedi (reflessologia plantare) e le mani (reflessologia palmare).

Esistono varie teorie reflessologiche secondo cui su tutto il corpo si troverebbero zone riflesse come ad esempio le orecchie (auricoloterapia) e gli occhi (iridologia); ma anche sul volto, sulla testa, sulla schiena, sulle gambe, sull’addome, sulla lingua; anche i denti possono essere usati per fare diagnosi. Alcune di queste mappe sono completamente diverse e incompatibili tra di loro.

Chi esercita la reflessologia si chiama reflessologo

INDICE:

1 Reflessologia plantare
2 La storia
3 Teorie sul possibile funzionamento della reflessologia
4 A cosa serve
5 Chi può farne uso
6 Trattamenti
7 Reazioni
8 Conclusioni

Approfondimenti sulla reflessologia plantare

La reflessologia plantare è quella parte della reflessologia che si occupa in particolar modo dei punti riflessi sui piedi. Queste zone riflesse sono localizzate sulla pianta e sul dorso dei piedi, oltre che lungo i lati esterno ed interno e le loro posizioni seguono uno schema simile a quello del corpo.

Le varie mappe esistenti differiscono un po’ tra loro sulla localizzazione dei punti; questa differenza è dovuta alla scuola d’origine, più occidentale o più orientale, ma tutte sono concordi nella veduta generale del piede e cioè che gli organi e le singole parti del corpo si riflettono all’incirca nella stessa posizione in cui si trovano nel piede. In tutte le mappe troveremo, ad esempio, le zone riguardanti la testa sulle dita dei piedi mentre nella parte mediale (lungo i lati interni) si riscontrerà la schiena; l’incavo della pianta dei piedi ospiterà tutto l’apparato digerente ed urinario, mentre sulle parti laterali (i lati esterni) troveremo gli arti superiori ed i femori.

Per capire meglio si può immaginare la figura frontale di una persona inginocchiata sovrapposta sulla pianta dei piedi e la figura laterale della stessa persona sovrapposta alla parte laterale dei piedi.

 

LA STORIA DELLA REFLESSOLOGIA

Il dottor Harry Bond Bressier, fu il primo a compiere ricerche storiche sulla reflessologia, risalendo a sporadiche notizie in ogni tempo ed in ogni luogo. È quindi sbagliato pensare che la reflessologia sia una tecnica proveniente esclusivamente dall’oriente essendo sempre esistita in tutto il mondo.

All’oriente si fa risalire la conoscenza del massaggio palmare e plantare a circa 5.000 anni fa. In India circa 4.000 anni fa furono scritti i primi “veda”, in questi libri si può leggere che i medici, per arrivare ad una diagnosi osservavano accuratamente la mano degli ammalati. Anche in Italia, precisamente in Valcamonica, è stato ritrovato un graffito con un feto rappresentato nel piede risalente a 4.000 anni prima di Cristo.

A Sakkara, in Egitto, nella tomba di Akhmahor, è stata trovata una pittura murale raffigurante un medico che stimola le mani ed i piedi di un paziente. La traduzione dei geroglifici circostanti dice “non farmi male” e la risposta è “agirò in modo da meritare la tua lode”.

Pare che anche i Maya e gli Inca usassero questa tecnica. In America la reflessologia è conosciuta e praticata da sempre dai Nativi americani come ad esempio dai Cherokee. Il “Clan dell’Orso” che vive alle pendici dei monti Allegheny usa la reflessologia in una cerimonia sacra cui partecipano tutti, sia sani che ammalati. Anche il 20° presidente degli Stati Uniti James Abram Garfield (1831 – 1881) riscontrò notevoli miglioramenti, fino alla definitiva scomparsa dei dolori facendosi trattare con delle stimolazioni pressorie ai piedi Nel 1500 lo scultore Benvenuto Cellini fu trattato con robuste pressioni sulle mani e sui piedi per guarire “diffusi dolori nel corpo”. In Europa intorno al 1582 i medici Adamus e A’tatis, discussero di metodi simili alla reflessologia. In Germania il Dottor Alfons Cornelius guarì da dolori diffusi contratti a seguito di una forma infettiva piuttosto grave.

In Russia il filosofo Ivan Petrovich Plavlov, nel 1883, conduce una ricerca sui riflessi condizionati, concludendo che “tutti gli stimoli sono condizionanti e possono provocare una risposta condizionata grazie al fatto che il sistema nervoso collega, tra loro, tutte le regioni e le funzioni dell’organismo”. Nello stesso anno Voltolini, e Mackenzie nel 1884, pubblicarono le loro scoperte sulle modificazioni che avvengono nella mucosa nasale in presenza di processi in atto nell’apparato genitale. Alla fine dello stesso secolo l’otorinolaringoiatra W. Fliess dimostrò che anestetizzando con cocaina particolari punti del naso, si ottenevano miglioramenti di determinati disturbi genitourinari.

Nei primi anni del 1900, il dott. William M. Fitzgerald, otorinolaringoiatra del Connecticut scoprì che premendo su alcune zone del corpo poteva evitare di somministrare cocaina (allora usata come anestetico) per alleviare molte sofferenze dei suoi pazienti. Egli divise il corpo umano in 10 zone longitudinali che corrono lungo il corpo dalla cima della testa alla punta degli alluci. Il numero dieci corrisponde al numero delle dita delle mani e dei piedi ed ogni dito delle mani e dei piedi rientra in una zona. La teoria sostiene che le parti del corpo presenti all’interno di una determinata zona saranno collegate l’una all’altra per mezzo dell’energia che scorre dentro la zona stessa e possono perciò essere stimolate reciprocamente.

Allievi del dott. Fitzgerald furono il dott. J. Rilay e la sua assistente E. Ingham, quest’ultima approfondì il lavoro di Fitzgerald, dando il maggior contributo alla reflessologia plantare moderna, separando il lavoro delle zone riflesse in genere da quello del piede, ed iniziando a costruire una mappa delle zone riflesse sul piede corrispondenti ai vari organi. Negli anni ’60 alcune allieve della Ingham, come Hanne Marquardt in Germania e la Doreen Bayly in Gran Bretania, riportano la reflessologia in Europa.

In Italia, la reflessologia viene introdotta da Elipio Zamboni, massofisioterapista bergamasco diplomato in reflessologia nel 1974 presso la scuola di Hanne Marquardt. Zamboni negli anni successivi organizza corsi di reflessologia plantare, approfondisce il lavoro della Ingham sulla mappatura del piede e fonda, nel 1987 la FIRP (Federazione Italiana Reflessologia del Piede). Successivamente molti ricercatori di tutto il mondo hanno portato notevoli contributi, scoprendo nuovi punti o addirittura nuove reti di riflesso, rendendo questa tecnica sempre più semplice ed efficace.


Teorie sul possibile funzionamento della reflessologia
Non esiste alcuna sperimentazione che dimostri in modo attendibile la validità delle varie mappe reflessologiche: i miglioramenti riscontrati da alcune persone sono attribuiti dalla medicina scientifica all'aumentata circolazione sanguigna dovuta alle stimolazioni o all'effetto placebo, mentre per gli operatori riflessologi le teorie più accreditate sul funzionamento di questa tecnica sono queste:

Teoria della stimolazione nervosa: è una teoria fra le più menzionate che si basa su una relazione a catena fra le terminazioni nervose delle zone riflesse e l’organo in cui si localizza il disturbo. Queste terminazioni nervose, a secondo della pressione esercitata, porterebbero l’informazione al cervello che elaborandole, le trasferirebbe all’organo interessato. (questa teoria si ricollega agli esperimenti di Pavlov e Voltolini).

Teoria dell’energia: nel nostro corpo circolerebbe “l’energia vitale” organizzata in canali profondi chiamati “meridiani energetici”, che nel loro tragitto si portano, ogni tanto, in superficie formando delle stazioni, o bottoni. Per un funzionamento ottimale l’energia deve scorrere senza impedimenti e l’organismo godrà di buona salute, ma se si formano dei blocchi di questa energia si genera una disarmonia (cioè mancanza in un determinato organo ed accumulo in altro), questo squilibrio porta a malessere o malattia. Premendo i “bottoni” in superficie si ripristinerebbe la normale circolazione energetica e si riporterebbe il corpo in equilibrio e quindi al benessere della persona.
L'esistenza dei “meridiani energetici” non è mai stata dimostrata sperimentalmente, sebbene sia stato riscontrato che con il massaggio reflessologico viene stimolata la produzione di endorfine.

 

A COSA SERVE


Secondo i sostenitori di questa tecnica complementare, la reflessologia può essere usata come metodo d'indagine energetica e per prevenire e risolvere molti tipi di disturbi.
La reflessologia stimola infatti la naturale autoguarigione del corpo stesso non fermandosi solo al sopprimere l sintomi, ma riportando l’intero organismo ad uno stato di equilibrio ed armonia; per ottenere ciò occorre la partecipazione attiva della persona interessata che dovrà diventare consapevole del suo stile di vita e di porre dei cambiamenti dove necessita.

CHI PUÒ FARNE USO


Questa tecnica non ha controindicazioni in nessun caso: possono farsi trattare i neonati come le persone anziane, le persone sane come i malati gravi. Unico avvertimento è per le donne in gravidanza, soprattutto se a rischio, che devono affidarsi solo ad un riflessologo esperto per trarre i migliori benefici e prepararsi adeguatamente al parto.

Può essere usata come unico rimedio o essere complementare ad altre tecniche naturali o terapie della medicina ufficiale, come l’allopatia, la psicoterapia, ecc., in questo caso amplificherà gli effetti delle medicine e dei trattamenti.

TRATTAMENTI


Se un organo è in fase di squilibrio energetico la sua zona riflessa sarà dolente; in base a queste alterazioni si può capire quali sono i punti specifici da trattare, infatti, la prima volta che una persona si rivolge ad un reflessologo questi eseguirà una ricerca di tutti i punti dolenti per decidere quali zone trattare in seguito.

Il trattamento consiste in un massaggio particolare sulle varie zone dolenti, che man mano diventeranno sempre meno sensibili; questa normalizzazione delle zone alterate normalmente coincidera' con un miglioramento dello stato di benessere generale.

REAZIONI


Secondo i resoconti dei reflessologi, come risultato ai trattamenti le persone trovano giovamento sia sul piano fisico che su quello psicoemotivo, ma è possibile che dopo i primi trattamenti i disturbi invece di diminuire si acuiscano.

Questo sarebbe dovuto al fatto che, stimolando l’autoguarigione, l’organismo si libera dalle tossine (per questo durante il periodo del ciclo di trattamenti è importante bere molta acqua), inoltre considerando la persona nella sua interezza di mente, corpo e spirito, e quindi lavorando su tutti e tre questi piani, la persona incomincerebbe ad abbandonare i supporti adottati per poter convivere con il disturbo, trovandosi così di fronte alla vera causa (problema mentale) del problema che li ha condotti all’attuale stato fisico (problema fisico).

I trattamenti successivi porterebbero al miglioramento generale. In caso di malattie gravi, non essendo miracolosa, può aiutare comunque a migliorare le condizioni generali della persona.

CONCLUSIONI


Concludendo la reflessologia stimolerebbe l’autoguarigione, rinforzerebbe il sistema immunitario, allevierebbe in dolore ed aumenterebbe la resistenza ad esso, rinforzerebbe l’apparato scheletrico e muscolare, stimolerebbe la respirazione, gli apparati emuntori e le circolazioni sanguigne, linfatica ed energetica.

Dal canto suo la medicina scientifica non riconosce le tecniche reflessologiche e si riserva un eventuale riconoscimento fino a quando non verranno portate nuove prove convincenti e non verrà dimostrata l'esistenza di un legame tra i punti stimolati e gli organi interni. Nonostante questo pero', la riflessologia sta diffondendosi sempre più in tutto il mondo, e solo in Cina esistono più di cinque milioni di operatori riflessologi.

(integralmente tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera)